Mantenere l'auto costa sempre di più
17 mar 2023 | 3 min di lettura
A partire da gennaio 2023 sono aumentati i prezzi legati alla manutenzione delle auto. Tanto che Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, ha lanciato subito un duplice allarme: uno, per l’aumento dei costi delle riparazioni di auto e motocicli, un altro per l’aumento dei tempi di attesa. Non è la stessa litania dell'Rc auto, fatto sta che, però, già nel 2022 si erano registrati rincari dovuti all’aumento dei costi dei materiali di consumo delle carrozzerie per colpa del caro-energia e del rincaro dei pezzi di ricambio: un aumento del 70% che non conosce fine, visto che quest'anno, con ulteriori aumenti, i costi degli interventi saliranno in media del 15% rispetto ai primi mesi del 2022.
Riparare il paraurti +14,7%, parabrezza +16%
Secondo il Centro studi Federcarrozzieri, aggiustare il paraurti posteriore di una piccola utilitaria danneggiato dopo un tamponamento costerà in media 1.950 euro contro circa 1.700 euro di inizio 2022: l'aumento in questo caso è del 14,7%. Sostituire un parabrezza di una citycar passerà da una media di 1.120 euro a 1.300 euro circa (+16%): nel caso di danneggiamento delle porte laterali di un suv di alta gamma il costo passa da 9.700 euro dei primi mesi del 2022 a 11.200 euro del 2023 (+15,4%).
Rispetto al 2022, quest'anno si può arrivare al 20% in più per una riparazione: la crisi delle materie prime e della componentistica, infatti, ha aumentato le difficoltà di approvvigionamento di ricambi e materiali, dilatando i tempi di riconsegna.
+30% per riparare le elettriche
La spesa aumenta ancora se parliamo di auto elettriche, che costano già più di quelle a motori termici, e per questo in Italia rappresentano solo il 2,6% delle immatricolazioni: a tenere gli automobilisti un po' a distanza, contribuiscono non poco anche gli alti costi di acquisto e quelli di gestione. Per riparare i danni delle auto elettriche, infatti, nel caso di guasti che riguardino la trasmissione e l’alimentazione, non solo la carrozzeria, i costi salgono del 18% o anche del 30% rispetto alle vetture a benzina o diesel.
Tanta specializzazione, tanti costi aggiuntivi
I rincari per le riparazioni delle elettriche, spiega Galli, sono dovuti al fatto che “appena entrano in una carrozzeria, devono essere messe in sicurezza: per fare questo occorre un addetto abilitato con patentino Pes-Pav, comportando spese maggiori per gli operatori e, di conseguenza, per gli automobilisti.
In più c’è l’elettronica particolare che caratterizza queste auto che hanno bisogno di un'attività più lunga e quindi più costosa per smontaggio, rimontaggio, sostituzione, programmazione, ricalibrazione, per esempio. Le carrozzerie - aggiunge Galli - dovranno aggiornarsi ricorrendo a personale sempre più specializzato e a strumentazioni sempre più complesse: il risultato sarà l'incremento dei costi a loro carico che determinerà, di conseguenza, l'aumento dei costi di riparazione delle autovetture”.
Alla larga dal carrozziere fai da te
Ecco allora che arriva un altro allarme da parte del presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli. “A fronte di tale situazione - dice Galli - un numero crescente di consumatori si rivolge a carrozzieri improvvisati privi di qualsiasi autorizzazione, che per marginalizzare i costi ricorrono a ricambi di costo e qualità inferiore, spesso eseguendo lavori in modo approssimativo per ridurre i tempi, con conseguenze sia sulla qualità del servizio, sia sulla sicurezza stradale”.
Per evitare brutte sorprese, Galli invita a seguire le linee guida che l’associazione ha contribuito a compilare. Dal preventivo delle riparazioni, per esempio, la federazione consiglia di stare attenti al fatto che le officine devono fornire informazioni sui ricambi identificati ciascuno con il proprio codice: in questo modo si consente al consumatore di sapere esattamente che pezzo verrà montato, quanto costa e la specifica tipologia. In più, il preventivo dovrà contenere le ore di manodopera, la tariffa oraria della stessa manodopera, il costo dei materiali per la verniciatura e di quelli di consumo e, per la tutela dell’ambiente, i costi di smaltimento dei rifiuti.
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