Mobilità condivisa: più perdite che guadagni
12 ott 2017 | 2 min di lettura
Costi troppo alti per i gestori
Nel 2016 il mondo del car sharing ha perso circa 27 milioni di euro solamente in Italia. A rivelarlo ci ha pensato qualche giorno fa un’approfondita indagine condotta da Quattroruote che si è occupata di vagliare i risultati ottenuti lo scorso anno dai cinque principali gestori italiani di mobilità condivisa.
Nonostante dunque per molti operatori del settore e analisti lo sharing rappresenti ormai l’imminente futuro, il quadro prospettato dall’inchiesta curata dal mensile non sembra essere per niente incoraggiante, almeno per ciò che riguarda il nostro paese. Prendendo infatti in maniera congiunta tutti i dati di bilancio delle maggiori società operanti in questo ambito, e nel dettaglio di Drive Now di BMW, Sixt e Share’ngo di CS Group, Car2go del gruppo Daimler e Enjoy del gruppo Eni, le perdite rilevate nel corso del 2016 sono state più che consistenti. 27 milioni di euro rappresentano una cifra decisamente rilevante, soprattutto se confrontati con le entrate che nel complesso si sono aggirate attorno ai 48 milioni di euro. Stiamo parlando di oltre la metà della produzione totale. Una proporzione che non migliora neppure se si considerano le singole flotte, infatti, secondo quanto rilevato da Quattroruote le perdite per ogni veicolo sono state di circa 4.700 euro in un anno.
Perché in Italia, al contrario di quanto avviene in molti altri paesi, la mobilità condivisa stenta a decollare? Non si tratterebbe di poca fiducia o scetticismo nei confronti di questo nuovo modo di percorrere le carreggiate e anzi, sono molti i guidatori che riconoscono i vantaggi dello sharing che abbatte numerose spese come ad esempio quelle relative al bollo, all’Rc auto o alla manutenzione. Se però queste uscite interessano in maniera marginale gli automobilisti di questi mezzi, sono invece le società a dover far quadrare i conti degli alti costi di gestione. Non solo manutenzione e riparazione delle auto ma a pesare con forza sui bilanci sono anche i canoni che queste aziende versano ai diversi comuni per gli ingressi nelle Ztl o per i parcheggi sulle strisce blu.
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