Pedoni e ciclisti sempre a rischio
24 giu 2015 | 3 min di lettura
Meno incidenti e meno vittime su tutto il territorio europeo
Tra le buone notizie che la strada fornisce, c'è quella del calo della mortalità nell’Ue. Negli ultimi dieci anni, dal 2003 al 2013, si è quasi dimezzato il numero delle vittime in caso di incidenti tra automobilisti, mentre per i pedoni e per i ciclisti la diminuzione è minore. Questo emerge dall’ultima ricerca effettuata nell’ambito del Road safety performance index, programma dell’Etsc, l'European transport safety council, organizzazione no-profit di cui è partner l’Aci. L'analisi è molto importante non solo per l'aspetto umano della sicurezza stradale, ma anche da un punto di vista economico, visto che la riduzione degli incidenti sta portando a un progressivo calo del costo dei premi assicurazione auto.
Italia rischiosa. In dettaglio, negli ultimi dieci anni i decessi causati da incidenti stradali tra automobilisti sulle strade Ue è crollata del 53% mentre, nel caso di incidenti che coinvolgono pedoni e ciclisti il calo è, rispettivamente, al 41% e al 37%. Tra i paesi più virtuosi spiccano, secondo l’analisi, Lettonia, Lituania e Slovacchia che, in dieci anni hanno ottenuto il migliore tasso annuo di riduzione della mortalità sia per pedoni che per ciclisti: la Lettonia registra -12,4% per i primi e -9,8% per i secondi, la Lituania -10,7% (pedoni) e -15,4% (ciclisti) e la Slovacchia -12% pedoni e -14,3% ciclisti. In Italia la diminuzione delle vittime di incidenti stradali registra un calo del 4,3% l’anno, per quanto riguarda i pedoni e del 2,8% per i ciclisti, al di sotto rispetto alla media europea che, rispettivamente, è del -5,5% e del -5,2%.
Olanda e Norvegia le meno pericolose.Secondo lo studio dell’Etsc, i Paesi Ue che presentano i minori livelli di rischio per i pedoni sono Olanda e Norvegia, con meno di quattro pedoni deceduti per milione di abitanti: il contrario avviene in Romania, Lituania, Lettonia e Polonia dove, il rischio di morte per un pedone investito è sei volte maggiore rispetto agli altri paesi. Registrano invece una mortalità più bassa per quanto concerne la mobilità ciclistica Spagna, Grecia, Israele, Irlanda, Gran Bretagna e Cipro, tutti con meno di due ciclisti morti per ogni milione di abitanti: al contrario, Serbia, Lituania, Polonia, Olanda e Ungheria registrano almeno otto ciclisti vittime ogni milione di abitanti. Livelli di sicurezza decisamente buoni per i pedoni italiani, che registrano 9,6 decessi per ogni milione di abitanti (contro una media Ue di 11,7 pedoni) mentre la mortalità dei ciclisti di casa nostra supera la media europea con 4,6 decessi per ogni milione di abitanti, contro la media Ue di 4,2 decessi.
Mettere mano alla sicurezza. Due sono i provvedimenti caldeggiati dall'European transport safety council per migliorare la sicurezza di quanti vanno a piedi o in bici, secondo l'Aci: ampliare e rendere maggiormente severi i test sulla protezione dei pedoni e poi favorire la diffusione, sulle nuove auto, del sistema di assistenza intelligente di velocità e di quello automatico di frenata d’emergenza. “Nonostante tutti i benefici riconosciuti per salute e ambiente, chi sceglie di andare a piedi o di spostarsi in bicicletta non ha ricavato, nel tempo, miglioramenti efficaci in termini di sicurezza stradale”, sottolinea Antonio Avenoso, direttore esecutivo di Etsc. “Quest’anno l’Ue potrà disporre di uno strumento potente: la revisione nei requisiti di sicurezza delle nuove auto. Speriamo non vada persa l'occasione per introdurre tutti i necessari cambiamenti per salvare il maggior numero possibile di vite”.
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