Rc auto, al via l’archivio contro le frodi
9 giu 2016 | 2 min di lettura
Parte finalmente l'Archivio Integrato Antifrode
Giro di vite sulle frodi. Ma per farlo non saranno mobilitati agenti di polizia o giudici, bensì un ampio numero di banche dati già esistenti nel nostro Paese e che consentiranno di ottenere un incrocio “intelligenti” dei dati.
Con l’avvio dell’Archivio Integrato Antifrode (Aia), dopo ben due anni dal suo annuncio, si potranno prevenire e contrastare le truffe e i sinistri fasulli o gonfiati ad arte, che rappresentano una piaga del nostro mercato assicurativo.
Anche se è presto per dire se e quanto questo nuovo modo di contrastare le frodi porterà o meno a una riduzione dei premi per l’Rc auto, ciò che è data come per certa è la definitiva scomparsa del finto testimone “di mestiere”, una figura chiave per mettere in atto una truffa ai danni della compagnie assicurative.
Lo strumento gestito dall’Ivass, l’autorità che vigila sulle compagnie assicurative, potrebbe così debellare il fenomeno delle frodi nell’Rc auto che tanto affligge in particolare le regioni meridionali della Penisola.
Il nuovo archivio prevede che, nel momento stesso in cui l’impresa assicurativa va ad inserire i dati relativi all’incidente, venga fornito in automatico un punteggio che stabilisce se il sinistro è a rischio frode, e che può a sua volta essere classificato come basso, medio e alto. Con il nuovo Archivio Integrato le compagnie non solo saranno informate se il sinistro inserito sia o meno a rischio frode, ma riceveranno a loro volta anche un punteggio sulla qualità dei dati inseriti. La novità più importante però è rappresentata dalla possibilità per l’Archivio di incrociare dati e informazioni provenienti anche da altre fonti.
In un primo momento a essere connessi, oltre alla banca dati sinistri dell’Ivass (che comprende anche danneggiati e testimoni) saranno il registro dei periti (Consap), gli archivi della Motorizzazione Civile, gli archivi sui patentati, ma anche i dati sulle automobili dotate di black box che arrivano dall’Ania, l’associazione che raggruppa le compagnie assicurative. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere ultimata inoltre la seconda fase che prevede la connessione tra l’Archivio Antifrodi e una seconda lista di registri che contengono informazioni quali i veicoli rubati e gli attestati di rischio.
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