Rc Auto e ddl concorrenza
4 ago 2015 | 2 min di lettura
L'Ania promuove il disegno di legge in approvazione
È cominciata qualche giorno fa la tanto attesa votazione per il rinomato disegno di legge concorrenza che, tra i numerosi argomenti presi in esame, si propone anche l’ambizioso obiettivo di dare una nuova disciplina al difficoltoso e complesso settore dell’Rc auto.
A livello generale comunque sembra essere ben chiaro l’animo dei consumatori, poco entusiasti e scarsamente convinti, rispetto a tali nuove normative che, almeno per ora, hanno ancora un carattere teorico. A preoccupare gli assicurati italiani è principalmente il rischio di un potenziale ed eccessivo calo dei risarcimenti a seguito dei sinistri. Non solo, la cosa sembra avere anche un carattere retroattivo.
Ad ogni modo, nonostante le grandi polemiche ed i vari scontri che stanno animando il panorama assicurativo italiano in questi ultimi tempi, l’Ania (l’associazione nazionale tra le imprese assicuratrici) si è apertamente schierata a favore di questi nuovi provvedimenti e spinge perché il ddl venga approvato nei tempi più brevi possibili. Alla base di ciò c’è in primo luogo, come evidenziato dal presidente dell’Ania Aldo Minucci, un’ eccessiva demonizzazione delle norme introdotte dal ddl: è ancora prematuro obiettare sul fatto che la tabella di riferimento per i risarcimenti assumerà valori inferiori rispetto a quelli attuali dal momento che questa sarà il frutto dell’incontro di idee dei diversi ministeri che ancora non si sono confrontati ufficialmente in merito. Secondariamente “sembra doveroso che, nel caso di richiesti pendenti, si prenderanno a riferimenti i valori vigenti in quel momento”, ribadisce lo stesso Aldo Minucci.
Idealmente riducendo i risarcimenti dovrebbero calare, in parallelo, anche i premi pagati dai consumatori per la stipula del contratto di Rc Auto. I dati però mettono in luce un vero e proprio controsenso. Se prendiamo come esempio il 2014: è stato anno positivo per l’industria assicurativa che ha visto un utile crescere fino a 6 miliardi di euro, ma nonostante ciò non si sono viste riduzioni di premi per i consumatori. Non resterà quindi che attendere le successive battute.
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