Reddito di cittadinanza e possesso dell'auto
16 gen 2019 | 3 min di lettura
Ancora troppe incognite e dubbi non risolti
Il reddito di cittadinanza, che dovrebbe entrare in vigore quest’anno, si porta dietro una serie di incognite circa il rapporto con l'automobile. Lo ha messo in risalto un articolo di Luca Secondino ripreso da Autologia.it. Il decreto, infatti, prevede per la sua elargizione una serie di criteri basati sul reddito in possesso del nucleo famigliare tra cui il possesso di un'auto, oltreché di moto e di barche. In questo caso, chiaramente, non c'entra l'rc auto, che non conta ai fini dell'emolumento, ma la proprietà o meno di un'auto che possa contribuire a identificare il patrimonio della famiglia.
Il decreto, però, non sembra aver fatto chiarezza completa sul tema. Ovvio che chi possieda una Ferrari non potrà fare alcuna richiesta di reddito di cittadinanza, sussidio mirato ad aiutare chi abbia difficoltà economiche, ma i paletti messi a punto dagli esperti, al momento, non sgombrano il campo da critiche e interrogativi.
Non hanno diritto al sussidio, per esempio, i cittadini parte di un nucleo familiare nel quale risultino intestatari di auto nuove, che abbiano meno di sei mesi dalla prima immatricolazione, oppure di auto di cilindrata superiore a 1.600 cc e che abbiano almeno due anni dalla prima immatricolazione.
La cosa crea alcuni paradossi. In base a quanto stabilito, infatti, possono chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini che possiedono, per esempio, una Bmw Serie 1 118i Urban Steptronic, un'auto che, se acquistata nuova, costa 34.700 euro acquistata nuova: mentre non hanno diritto a ricevere il sussidio, invece, gli automobilisti che hanno in garage una Fiat 500X se questa è stata immatricolata meno di due anni prima, così, almeno, stando a quanto previsto dal decreto.
Piovono critiche sui metodi di calcolo. A questo punto, piovono polemiche sul metodo usato per calcolare, in modo univoco ed equo, il valore dell’auto in possesso del cittadino che richiede il sussidio e parte del patrimonio del nucleo familiare. Le valutazioni ufficiali delle case automobilistiche, le stesse usate dalle compagnie assicurative per calcolare l'rc auto, sono basate sull'anno di uscita e sul modello ma non sempre vengono considerate al momento della rivendita del veicolo: sull'auto e sul suo valore, infatti, pesano anche altri dati come danni accumulati nel tempo, riparazioni, stato degli interni e della carrozzeria esterna. Tanto per capirci, la Bmw Serie 1 118i di due anni fa, quella sopra menzionata, può avere un valore residuo ben diverso a seconda dello stato in cui si presenta all'atto della vendita.
Attenzione al 1.600 cc. I problemi non finiscono qui, perché anche parametrando il valore dell'auto ai kw del mototr, come già si fa per calcolare il bollo, sorgono interrogativi. In questo caso a rischiare sarebbe il principio del downsizing, quello che vede protagonisti motori sempre più piccoli e più efficienti quanto a inquinamento e prestazioni, che sostituiscono vecchi motori, più grandi e più costosi. Con la nuova normativa, infatti, si rischia di sbilanciare il limite verso il basso, tagliando fuori dal sussidio anche chi possieda semplicemente auto briose ed economiche, di piccola cilindrata, in genere attorno ai 1.4 cc.
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