Regno Unito, dal 2035 solo veicoli green
13 feb 2020 | 2 min di lettura
Contraria l'associazione dei costruttori e dei rivenditori britannici
Dopo i clamori suscitati dalla Brexit, il premier del Regno Unito Boris Johnson torna ad animare il dibattito a livello europeo con un annuncio a sorpresa, almeno per l’associazione britannica dei costruttori di auto.
Come riportato dal sito della BBC, il premier inglese ha dichiarato pubblicamente che il Regno Unito vuole vietare la vendita di vetture nuove con motori diesel e a benzina entro il 2035 anticipando di ben cinque anni la scadenza già fissata al 2040. Ma non solo. Il premier ha anche aggiunto che, “se sarà fattibile una transizione veloce”, la scadenza del 2035 potrà essere addirittura anticipata.
Ad aver spinto Johnson verso questa decisione, che in ogni caso dovrebbe poi essere sottoposta ad una consultazione popolare, sarebbe stata una valutazione del comitato sul cambiamento climatico del governo secondo quanto si legge sul sito della BBC: il comitato avrebbe fatto notare che “i provvedimenti presi finora per contrastare l’inquinamento atmosferico e il riscaldamento globale non sono sufficienti a centrare l’obiettivo già fissato dal Regno Unito”, quello di eliminare del tutto le emissioni di gas serra entro il 2050.
Secondo altri esperti sarebbe invece alquanto sospetta la tempistica della dichiarazione: sarebbe arrivata a ridosso della presentazione del piano inglese per il summit delle Nazioni Unite sul clima, la Cop26, che si terrà a Glasgow il prossimo novembre e in vista della quale Johnson starebbe preparando il terreno per garantire al Paese un ruolo da leader “nella battaglia contro il cambiamento climatico”.
Ma contro l’annuncio del primo ministro inglese si è sollevata l’associazione dei costruttori e dei rivenditori britannici (la SMMT, “The Society of Motor Manufacturers & Traders”) che non ritiene i tempi ancora maturi per uno spostamento di massa verso il mercato delle auto elettriche. In pratica, a detta degli esponenti dell’industria automobilistica, in mancanza di un programma preciso, in grado di disciplinare tutti gli aspetti che ruotano intorno a questa transizione, dagli incentivi commerciali all’ampliamento della rete dei punti di ricarica fino alle polizze auto, il rischio di conseguenze dannose per il settore sarebbe elevato e potrebbe persino rendere inutili i costosi investimenti già effettuati.
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