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Salute: cure, prestazioni e polizze via web e in farmacia

18 lug 2023 | 4 min di lettura

Dopo aver lasciato alle spalle la pandemia, gli italiani si scoprono più inclini ad usare il canale digitale e le farmacie per tutta una serie di servizi e prestazioni. La familiarità con alcuni temi, imposta dall’emergenza sanitaria, come l’accesso via web ai referti dei tamponi, avrebbe accelerato infatti alcune tendenze già in atto.

A cambiare però, non sono solo le abitudini, ma anche le aspettative nei confronti del tema salute più in generale. Vi sarebbe inoltre un minore ricorso da parte degli italiani ad alcune prestazioni e una maggiore disparità tra regioni e per fascia di reddito in primis.

A fotografare il cambiamento in atto è il report di Deloitte Outlook Salute Italia – Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario.

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I servizi sanitari conquistano la sufficienza

Al Servizio Sanitario Nazionali gli italiani riconoscono in media, su una scala da 1 a 10, un voto di 6,3 (in lieve calo rispetto all’edizione precedente), mentre alla Sanità Privata attribuiscono una performance discreta (in media 7,1), ma anche in questo caso in calo rispetto all’edizione precedente.

Tra le singole voci oggetto di valutazione, i tempi di attesa sono quelle con i voti meno positivi. In costante miglioramento l’accesso ai servizi erogati anche dalle farmacie, mentre la qualità del servizio 112 accusa un arresto nella percezione dei cittadini, dopo il miglioramento registrato lo scorso anno.

Cala il ricorso ad alcune prestazioni

Secondo le rilevazioni di Deloitte negli ultimi anni è calata la percentuale di chi dichiara di fruire di alcune delle principali prestazioni sanitarie. Risulta in calo il ricorso ai medici di famiglia e ai pediatri (dal 64% nel 2019 al 48% nel 2022), la diagnostica strumentale (dal 50% al 41%), le cure odontoiatriche (dal 44% al 36%) e gli esami di laboratorio (dal 66% al 59%).

La percentuale di chi accede alle principali prestazioni sanitarie aumenta con l’aumentare del reddito: è il caso delle visite specialistiche, a cui accede il 67% dei rispondenti che hanno un reddito mensile famigliare superiore ai 2.500 euro, contro il 45% di chi ha un reddito famigliare più basso. Così, è del 32% la percentuale di adulti italiani che dichiara di avere dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno, e di questi, la quota più rilevante (il 61%) ammette di averlo fatto per motivi economici, percentuale in crescita rispetto alla precedente edizione.

Tra chi ha fruito di una prestazione sanitaria, la percentuale di chi dichiara di averlo fatto rivolgendosi ad una struttura pubblica si è ridotta significativamente in questa edizione: i cali più rilevanti si sono registrati per quanto riguarda gli esami di laboratorio (-24% rispetto al 2021) e i piccoli interventi ambulatoriali (-22%). D’altra parte, anche altri servizi quali le visite specialistiche e la diagnostica strumentale registrano dei cali significativi per quanto riguarda le strutture pubbliche.

Tra chi possiede una polizza sanitaria, il tasso di utilizzo è aumentato rispetto allo scorso anno. Gli italiani, sia quelli titolari di una polizza, sia quelli che non ne hanno ancora una, sembrano però concordare nella richiesta di un ampliamento dell’offerta con prestazioni non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.

Più accessi in farmacia e via web

Nel 2022, tra chi dichiara di avere fruito di almeno una prestazione sanitaria, 1 su 2 ha fatto ricorso a prestazioni presso una farmacia che, anche per il Nord, diventa uno dei presidi medici di prossimità. In particolare, è soprattutto la fascia dei più giovani che dichiara di ricorrere alla farmacia per supporto sanitario, in particolare per consulenze e per le analisi base, mentre tra gli over 65 “solo” 1 su 3 dichiara di rivolgersi ad una farmacia per questo tipo di prestazioni.

Gli italiani sono inoltre ormai abituati ad utilizzare il canale digitale per interagire con il Sistema Salute. Così, almeno 1 intervistato su 4 ha acquistato beni sanitari tramite e-commerce, oltre 1 adulto su 3 utilizza dispositivi e app per il monitoraggio della salute e il 76% dichiara di conoscere il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) – utilizzato dal il 44% di questi nel corso del 2022. A fronte di questa evoluzione digitale, per gli intervistati il contatto diretto medico-paziente non può essere sostituito dal contatto digitale.

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