Salute: italiani più attenti, ma meno di 1 su 2 fa controlli regolari
19 ott 2023 | 3 min di lettura
Differenze significative a livello geografico
Italiani attenti a controllare il proprio stato di salute, ma quasi sempre, solo in presenza di disturbi fisici. A rivelarlo è l’ultimo Osservatorio Sanità di UniSalute, svolto in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana.
L’indagine, che periodicamente verifica l’attitudine alla prevenzione, ha riscontrato un aumento del numero di persone che fanno controlli regolari. Si tratta tuttavia di una minoranza di italiani.
Controlli regolari poco diffusi
Secondo la ricerca, appena il 41% degli intervistati dichiara di monitorare la propria salute attraverso controlli regolari. Si tratta in ogni caso di un aumento comunque incoraggiante rispetto al 2022, quando a farlo era solo il 33% del campione.
A questo dato corrisponde infatti un calo di chi dice di curarsi solo quando inizia a soffrire di un disturbo o di una malattia – in discesa dal 48% al 45% - e anche di chi dice di non fare nulla di particolare per tutelare la propria salute (5%, contro il 9% l’anno scorso).
Salute: differenze tra Nord e Sud del Paese e tra uomini e donne
Andando ad analizzare i dati dell’Osservatorio Unisalute si riscontrano variazioni significative a livello geografico: se al Nord fa controlli regolari circa il 40% della popolazione e al Centro addirittura il 45%, al Sud e nelle Isole la percentuale crolla al 31%.
Restano inoltre significative le differenze tra il campione maschile e quello femminile: a fare controlli regolari sono il 42% delle donne contro appena il 33% degli uomini. Nonostante queste dichiarazioni però, la ricerca evidenzia anche come meno della metà delle italiane si sia sottoposta a una visita ginecologica nell’ultimo anno (47%), con una su quattro (25%) che addirittura non ha mai effettuato la visita o non la svolge da molti anni.
Gli esami medici più diffusi
In generale, l’esame di controllo di gran lunga più diffuso è quello delle analisi del sangue: ben tre italiani su quattro (75%) dicono di averlo svolto nell’ultimo anno. Al secondo posto l’esame delle urine, che più di un italiano su due (54%) ha effettuato negli ultimi 12 mesi. Appaiono invece trascurati altri esami importanti, come la visita dermatologica per il controllo dei nei: il 64% degli italiani dichiara di aver fatto “molti anni fa” l’ultima visita di questo tipo, o addirittura di non averla mai fatta, mentre solo il 19% l’ha svolta nell’ultimo anno.
Visite: costi e tempi di attesa i fattori che scoraggiano
UniSalute ha pertanto indagato le ragioni per cui molti italiani stentano a monitorare regolarmente il proprio stato di salute. Da quanto emerso, la difficoltà ad accedere alle cure risulta un ostacolo importante: tra chi non ha svolto alcun controllo nell’ultimo anno, ben il 20% fornisce come spiegazione i tempi di attesa troppo lunghi e il 19% i costi troppo elevati.
Tali fattori frenano l’accesso ad alcune prestazioni, fatta eccezione per chi può richiederne il rimborso, anche parziale, in quanto titolare di una polizza salute. Ma, ad aggravare la situazione è anche una scarsa cultura della prevenzione, tanto che le motivazioni più citate sono la tendenza a fare visite solo quando ci si sente poco bene (29%), e la convinzione di non avere bisogno di fare controlli (25%).
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