Sanità: si spende sempre di più per curarsi
1 ott 2019 | 2 min di lettura
Malattie croniche e invecchiamento della popolazione spingono verso l’alto la spesa sanitaria, sia privata che pubblica anche se, secondo la Ragioneria dello Stato, molto può e deve essere ancora fatto per ridurre gli sprechi. In sintesi, anche se il dibattito sulle cause è ancora aperto, la copertura continua a essere troppo corta per coprire il fabbisogno della popolazione decisamente in crescita.
Nell’ultimo monitoraggio redatto dalla Ragioneria dello Stato, la spesa sanitaria complessiva è arrivata a toccare i 116 miliardi di euro con un aumento di oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Se si guarda alla spesa pubblica, dal 2017 in poi, dopo anni di calo, è tornato ad aumentare il disavanzo delle Regioni, e nel 2018 questo distacco si è fatto ancora più marcato attestandosi a 1,2 miliardi di euro. Le province autonome di Trento e Bolzano sembrano essere in questo senso le peggiori dato che “vantano” rispettivamente un disavanzo di 198 milioni di euro e di 269 milioni di euro. Tra le Regioni a statuto ordinario il record del disavanzo va alla Calabria (168 milioni), seguita dalla Puglia (56 milioni) e dal Piemonte (51 milioni).
In questo scenario è lievitata anche la spesa privata sostenuta dai cittadini, inclusi quelli che hanno sottoscritto una polizza salute che permette di recuperare una parte dell’esborso.
Il rapporto della Ragioneria, ai fini della dichiarazione dei redditi precompilata, tiene conto anche delle spese sanitarie sostenute direttamente dai privati che comprendono una serie di voci così indicate: medici e strutture accreditate del Servizio sanitario nazionale, ticket, strutture sanitarie e socio-sanitarie non accreditate, medicinali veterinari, farmacie, parafarmacie, ottici e diverse categorie professionali. In totale, nel 2018, sono state trasmesse spese per un ammontare di 32,2 miliardi di euro; a prevalere sul totale della spesa a carico dei privati (oltre il 44%) sono le visite specialistiche e gli interventi (di cui il 32% per quelle odontoiatriche), seguite dai farmaci per il 15% e dal pagamento dei ticket per il 10,3%.
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