Strade che ricaricano le auto elettriche: a che punto siamo
17 mag 2023 | 2 min di lettura
I primi esperimenti in Svevia
Il progresso della mobilità elettrica ha due pilastri. Il primo è costituito dalle vetture: devono essere sempre più efficienti e meno costose; incentivi e agevolazioni (dall'accesso alle Ztl alle assicurazioni) non sono stati sufficienti. Serve anche il secondo pilastro, rappresentato dalle infrastrutture: devono essere più capillari, comode e semplici da usare.
Già oggi, infatti, l'autonomia permette di fare viaggi piuttosto lunghi, ma, una volta esaurita la batteria, la ricarica richiede tempo. E, dovendo immagazzinare più energia possibile, necessita di batterie pesanti e costose. L'ossatura dell'infrastruttura sarà costituita dalle colonnine. Ma sono allo studio altre soluzioni, complementari e non alternative ai sistemi attuali. Una è costituita dalle “corsie di ricarica”.
Le corsie di ricarica
Le corsie di ricarica sfruttano l'elettromagnetismo per fornire alle auto energia wireless. Niente fili, niente prese, nessuna colonnina. L'idea non è nuova, ma non è ancora stata perfezionata. Le opzioni sono, grossomodo, due: una ricarica senza fili statica, con l'auto che posteggia e viene “rifornita” da piastre d'asfalto; una ricarica senza fili dinamica, con le vetture che traggono energia dalla strada mentre viaggiano.
L'idea della Svezia
La Trafikverket, l**'agenzia dei trasporti svedese,** ha deciso di avviare una nuova sperimentazione. Riguarda un tratto di 21 chilometri lungo la E20, una strada che unisce le principali città del Paese: Stoccolma, Göteborg e Malmö.
Secondo l'agenzia, coprire il 25% delle autostrade con un sistema di ricarica dinamica avrebbe un doppio risultato: rendere i viaggi elettrici più efficienti e ridurre i costi dei veicoli. Le corsie di ricarica dinamica, infatti, permetterebbero di muoversi in tranquillità anche con autonomie inferiori. La batteria - che costituisce una voce importante nel costo di una vettura elettrica - potrebbe quindi essere più piccola, più leggera e più economica.
Si tratta però di una prospettiva non certo vicina. La sperimentazione svedese non dovrebbe essere pronta prima del 2025. E per espanderla su 3.000 chilometri di strade - come prevede di fare la Trafikverket – servirà arrivare al 2045.
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