Strasburgo vota e-Call per migliorare la sicurezza stradale
1 mag 2015 | 3 min di lettura
La sicurezza sulle strade europee: interviene l'Europa
Tra i tanti temi caldi presenti nel panorama c'è, oltre a quello sempiterno dell'Rc auto, il tema della sicurezza che sembra stare molto a cuore alle autorità europee. Tanto che, giusto il 29 aprile, l'Aula di Strasburgo ha approvato un progetto di regolamento sul dispositivo d'emergenza chiamato e-Call, in grado di allertare in automatico, in caso d'incidente stradale, i servizi di soccorso. L'installazione, sui nuovi modelli di automobili e di furgoni leggeri, di questo sistema salvavita in grado di comporre in automatico il 112, dovrà essere effettuata entro il 31 marzo 2018, anche se gli europarlamentari hanno inserito l'obbligo di valutare, da parte della Commissione Ue, nei tre anni successivi al 2018, la possibilità di un'eventuale estensione ad altri veicoli (come autobus, pullman e camion) di questo dispositivo e-Call. Nello scorso mese di giungo sono entrate in vigore le norme Ue che hanno già disciplinato le infrastrutture che i singoli Stati membri dovranno rendere operative entro il 1 ottobre 2017 per elaborare e ricevere le chiamate e-Call. Insomma, tutto è pronto per questa novità che, sostengono da Bruxelles, dovrebbe permettere di ridurre drasticamente (al 50% nelle zone rurali e al 40% in quelle urbane) i tempi d'arrivo dei soccorsi.
Salvare 2.500 vite l'anno. Il progetto s'inserisce nell'ambito di una serie di miglioramenti in tema di sicurezza stradale europea: l'obiettivo Ue è salvare 2.500 vite l'anno rispetto alla strage a cui si assiste per incidenti stradali, riducendo anche i tempi di intervento e arrivando a economizzare 26 miliardi di euro. Perché in materia di sicurezza stradale c'è ancora parecchio da fare: basti pensare che, dal 2010 al 2014, il numero delle vittime delle strade del Vecchio Continente è diminuito soltanto del 18,2% (5.700 vittime in meno ogni anno). Per questo, senza voler peccare di eccessivo pessimismo, anche se nei prossimi mesi la Commissione europea è intenzionata a mettere a punto un nuovo piano sulla sicurezza, sembra veramente difficile ottenere un miglioramento del 31,8% nei dati da qui al 2020.
Dati allarmanti.L'anno scorso le vittime d'incidenti stradali sarebbe state 25.700, al di sotto rispetto ai 35 mila morti del 2009 ma ancora tanti, dal momento che si parla di 70 morti al giorno. Sempre nel 2014, il tasso medio della mortalità stradale sulle strade dell'Unione è arrivato a toccare i 51 morti per milione di abitanti, anche se restano forti le differenze tra i vari Stati: Regno Unito e Svezia, per esempio, contano un rapporto di 29 vittime per ogni milione di abitanti, mentre Bulgaria, Lituania, Romania e la Lettonia segnano rispettivamente 90, 90, 91 e 106 morti per ogni milione di abitanti. Secondo le stime europee, per ogni morto sulla strada ci sono quattro invalidi permanenti, 10 feriti gravi e 40 lievi, con costi complessivi per la collettività che superano i 130 miliardi di euro l'anno. Dal canto suo l'Italia, con Grecia, Portogallo, Danimarca, Spagna, Croazia e Slovenia, Cipro e Repubblica Ceca si inserisce tra i paesi che sono stati capaci di diminuire, nei cinque anni 2010-2014, il tasso medio di mortalità.
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