Tante multe per i disattenti
5 mag 2011 | 2 min di lettura
La Cassazione contro gli autovelox, ma gli italiani restano disattenti alla guida
Buone nuove in arrivo sul fronte degli autovelox. La Corte di Cassazione, tornata sull'argomento delle multe comminate per eccesso di velocità e rilevate dagli autovelox, ha affermato che la stessa multa è annullabile se non era presente un vigile al momento in cui l'infrazione è stata rilevata con un apparecchio gestito da azienda privata.
In sostanza, la Cassazione con questa ennesima sentenza afferma che – sulla base di quanto prescrive il codice della strada – nelle vie urbane la velocità deve essere controllata solo in presenza di un agente. La suprema corte si è pronunciata in questo senso dopo aver accolto il ricorso di un automobilista di un piccolo comune dell'Alto Adige: l'uomo è stato multato per aver superato i limiti di velocità ma era stato fotografato da un autovelox che era stato installato da un'azienda privata previa concessione del comune. Il ricorrente argomentava che alla rilevazione dell'infrazione non erano presenti i vigili e, dunque, non poteva esser chiaro come fosse stato tarato l'autovelox, peraltro gestito da persone che non erano dipendenti dal municipio. Proprio questo è stato il punto che ha portato la Cassazione a dar ragione all'automobilista: i vigili avevano solo assistito all'installazione dell'autovelox e non anche alla sua gestione e non erano presenti al momento in cui l'infrazione è stata accertata.
Secondo i giudici, deve emergere in maniera “adeguata” dal verbale che l’elaborazione dei dati che siano stati rilevati con apparecchi mobili (cioè con gli autovelox) avvenga ad opera di un agente che sia preposto al servizio di polizia stradale, l'unico abilitato a dare fede all’accertamento. Se manca questo atto, dicono i giudici, non si considera garantita né la certezza né la legalità, che invece la presenza di un pubblico ufficiale assicura al cittadino.
Se è sacrosanto il diritto degli automobilisti a non pagare multe non legali, va detto che gli Italiani restano un popolo di distratti alla guida. Secondo un’analisi di Assicurazione.it le infrazioni commesse alla guida sono tante: si va dal sorpasso dei limiti di velocità, commesso dal 56%dei patentati, al parlare al cellulare mentre si guida (52%), fino al nonmantenere la distanza di sicurezza (35%).
Eppure, secondo un’indagine realizzata da Ipsos per conto di ANIA, l’84% degli automobilisti dello stivale è favorevole a pene più aspre e a introdurre il “reato stradale”, pur di ridurre il numero di incidenti.
di Franco Canevesio
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