Tariffe diverse se straniero
12 lug 2012 | 2 min di lettura
E' evidente: il problema della discriminazione della polizza Rc auto nei confronti dei cittadini stranieri non è stato ancora risolto. La questione torna d'attualità dopo la pubblicazione della “Relazione sul monitoraggio delle polizze Rc auto proposte a clienti italiani, comunitari e di paesi terzi” curata da Cospe, un'organizzazione non governativa e dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione.
I dati emersi dallo studio sono preoccupanti: sei tra le prime assicurazioni italiane usano ancora il parametro della cittadinanza per discriminare il calcolo del premio. Tradotto questo vuol dire che le compagnie di assicurazione, nel nostro paese, alzano i prezzi dell'Rc auto se a richiederla è un cittadino straniero. Ma c'è di peggio, Lo studio ha accertato che parecchie assicurazioni nostrane non usano come parametro (per i rincari) la nazionalità, ma addirittura si limitano a chiedere semplicemente il luogo di nascita.
Un sistema di applicazione dei tabellari ancora più discriminante visto che nella rete dei rincari possono cadere anche i cittadini italiani che però siano nati all’estero. Il grido di allarme (e di indignazione) si è levato forte dall’Emilia-Romagna dove Thomas Casadei, consigliere regionale, ha presentato una criterio risolutivo per porre fine a questa situazione che, in passato, ha già creato parecchie tensioni tra assicurazioni e associazioni di consumatori e che sembra non trovare ancora soluzione concreta e definitiva utile ad allontanare gli spettri della discriminazione etnica.
Casadei in pratica propone un intervento sollecito da parte del Parlamento per risanare una situazione così grave e richiede all’Isvap inoltre una netta presa di posizione di condanna. Già in passato, ricorda il consigliere regionale, l’Unar, cioè l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, ha sollecitato le compagnie assicurative perché intervenissero con un trattamento finalmente paritario fra gli italiani e gli stranieri. L'intervento, come appare evidente non ha ottenuto alcun effetto e ora sembra più opportuno che mai correre ai ripari.
di Franco Canevesio
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