Voli: i prezzi dei carburanti scendono, ma i biglietti no
14 lug 2023 | 2 min di lettura
Convocate le compagnie aeree per capire i motivi
Se ne è accorto chi in questi mesi ha preso un volo (o ha provato a prenderlo): i prezzi dei biglietti sono molto più alti rispetto a quelli dello scorso anno. Eppure, il carburante – ossia la principale motivazione che sembrava aver spinto i costi sostenuti dalle compagnie – è più a buon mercato. Si sospetta quindi, come evidenziato da un’indagine del Corriere della Sera, che i vettori stiano incassando grandi profitti.
Martedì 4 luglio, il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha convocato i rappresentanti delle principali compagnie aeree. L’obiettivo è analizzare i motivi dei rincari e i fattori che guidano la dinamica dei prezzi. Dovessero emergere elementi sufficienti, potrebbe scattare la convocazione di una “commissione di allerta” sul caro voli.
L’aumento dei prezzi
Il Corriere ha effettuato un’analisi sulle piattaforme specializzate e su quelle delle compagnie aeree. Risultato: nei primi sei mesi del 2023, le tariffe sono aumentate del 47,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. A luglio e ad agosto, ci sarebbe un’ulteriore accelerazione, con rincari oltre il 50%. Tutto questo al netto di costi e servizi accessori, dall’assicurazione viaggio all’imbarco prioritario fino al bagaglio extra.
Nell’immediato post-lockdown, quando i voli sono tornati a essere un’opzione per milioni di viaggiatori, si era imputato il rincaro ai prezzi del carburante. Adesso però, tra gennaio e giugno, il cherosene è calato del 22%.
Le ragioni delle compagnie
E allora come si giustificano biglietti così costosi? Eventuali irregolarità saranno evidenziate dal Garante. Nel frattempo, è già possibile fare alcune considerazioni. La prima è legata al fattore che guida il mercato: il rapporto tra domanda e offerta. In poche parole: i prezzi sono alti anche perché chi viaggia continua ad acquistare i posti a bordo. E il traffico passeggeri negli aeroporti italiani è tornato in linea con il periodo pre-pandemia.
Quanto al carburante, è innegabile che il prezzo sia sceso. Ma, sottolineano le compagnie, il cherosene utilizzato oggi è spesso quello acquistato un anno fa. In sostanza, quindi, la flessione dei costi non si è ancora scaricata sui bilanci dei vettori e – di conseguenza – sui prezzi. E poi ci sarebbero altri costi, lievitati a causa dell’inflazione (che non riguarda solo il carburante).
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